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Immmagine Il diritto all'oblio: l'importanza della sentenza Google Spain SL contro AEPD e Costeja

18/12/2024

Il diritto all'oblio: l'importanza della sentenza Google Spain SL contro AEPD e Costeja

Avv. Valter Vernetti

 

La tutela della reputazione online è diventata una delle principali sfide del diritto nell'era digitale. La mole di informazioni presenti sul web e la facilità con cui possono essere reperite tramite i motori di ricerca rendono necessaria una regolamentazione che bilanci la libertà di informazione con il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali.

Una delle sentenze più significative in materia è quella pronunciata dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea il 13 maggio 2014 nel caso Google Spain SL, Google Inc. contro Agencia Española de Protección de Datos (AEPD) e Mario Costeja González (C-131/12). Questa decisione ha sancito il diritto degli individui a richiedere la deindicizzazione di link contenenti informazioni personali obsolete o non più pertinenti, salvo che non vi sia un interesse pubblico prevalente alla loro diffusione.

Il caso Costeja González: una svolta giurisprudenziale

Mario Costeja González, cittadino spagnolo, aveva richiesto la rimozione di link che rimandavano a un annuncio di vendita forzata di un suo immobile per debiti, risalente a molti anni prima. Sebbene l'evento non avesse più alcuna rilevanza, continuava a emergere nei risultati di ricerca di Google associati al suo nome, danneggiando la sua reputazione. Google aveva rifiutato la richiesta, sostenendo di non essere responsabile del contenuto dei siti di terze parti indicizzati dal suo motore di ricerca.

La Corte di Giustizia ha stabilito che Google, in qualità di motore di ricerca, è un "titolare del trattamento" dei dati personali e, quindi, responsabile della gestione delle informazioni indicizzate. Di conseguenza, gli utenti hanno il diritto di chiedere la deindicizzazione di contenuti che li riguardano, purché tali dati siano inadeguati, irrilevanti o eccessivi rispetto alle finalità per le quali sono stati pubblicati.

Il quadro normativo: GDPR e diritto all'oblio

Questa pronuncia ha avuto un impatto significativo sulla regolamentazione europea in materia di protezione dei dati personali, anticipando alcune delle disposizioni che sarebbero poi state formalizzate nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR - Regolamento UE 2016/679). L'articolo 17 del GDPR ha consolidato il cosiddetto "diritto all'oblio", consentendo ai cittadini di richiedere la cancellazione dei propri dati personali in presenza di determinate condizioni, tra cui:

  • Il dato non è più necessario rispetto agli scopi per cui è stato raccolto;
  • L'interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento;
  • Il dato è stato trattato illecitamente;
  • Il dato deve essere cancellato per adempiere a un obbligo legale.

Tuttavia, il diritto all'oblio non è assoluto. L'interesse pubblico alla conoscenza dell'informazione e la libertà di espressione possono prevalere sulla richiesta di deindicizzazione in determinate circostanze, ad esempio se il soggetto coinvolto è un personaggio pubblico o se l'informazione ha rilevanza storica o giornalistica.

Evoluzione giurisprudenziale e casi successivi

La sentenza Google Spain ha aperto la strada a ulteriori pronunce che hanno affinato l'interpretazione del diritto all'oblio. Tra queste, meritano attenzione:

  • Corte di Giustizia dell'UE, sentenza C-507/17 (2019): ha chiarito che l'obbligo di deindicizzazione imposto ai motori di ricerca non si estende necessariamente a livello globale, ma solo nell'ambito dell'Unione Europea.
  • Corte di Giustizia dell'UE, sentenza dell'8 dicembre 2022: ha stabilito che, nel caso di informazioni false, la deindicizzazione può avvenire senza necessità di un provvedimento giudiziario, se l'interessato fornisce prove pertinenti.
  • Corte di Cassazione Italiana, sentenza n. 5525/2012: ha ribadito che la reiterata diffusione di notizie su fatti passati deve essere giustificata da un interesse pubblico attuale e rilevante, altrimenti prevale il diritto alla riservatezza dell'individuo.

L'importanza del diritto all'oblio per la web reputation

Nell'era digitale, la reputazione online è un bene fondamentale. Informazioni obsolete o irrilevanti possono danneggiare la carriera professionale, le opportunità lavorative e la vita personale degli individui. Il diritto all'oblio rappresenta uno strumento essenziale per garantire che il passato non condizioni indebitamente il presente e il futuro di una persona.

Tuttavia, è importante sottolineare che la deindicizzazione non è sinonimo di cancellazione del contenuto. Le informazioni rimangono accessibili sulle fonti originali, ma non sono più immediatamente reperibili tramite i motori di ricerca. Questo bilanciamento tra diritto alla privacy e libertà di informazione è il principio cardine su cui si fonda la giurisprudenza in materia.

Come tutelare la propria reputazione online?

Chiunque ritenga che informazioni obsolete o lesive possano danneggiare la propria immagine può intraprendere diverse azioni legali:

  1. Richiedere la deindicizzazione direttamente al motore di ricerca (Google offre un modulo specifico per queste richieste).
  2. Se la richiesta viene rifiutata, presentare ricorso all'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali.
  3. Adire le vie legali per ottenere una sentenza favorevole alla rimozione o deindicizzazione delle informazioni.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Giustizia dell'UE del 2014 nel caso Google Spain ha segnato una svolta cruciale nella tutela della privacy online, affermando il diritto degli individui a gestire la propria immagine digitale. Grazie a questa decisione e all'evoluzione normativa successiva, è oggi possibile proteggere la propria web reputation da informazioni non più pertinenti o dannose.

Nel nostro studio legale, offriamo assistenza specializzata in materia di protezione della reputazione online, diritto all'oblio e gestione della web reputation. Per qualsiasi consulenza o richiesta di supporto, potete visitare il sito www.studiolegalegnv.it e contattarci direttamente.

Avv. Valter Vernetti

 

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